Migliorare l’attuazione delle leggi da parte degli Stati Ue in materia di salute e sicurezza sul lavoro, contrastare i rischi lavorativi vecchi e nuovi attraverso l’attività di prevenzione, raccogliere le sfide poste dal cambiamento demografico utilizzando strumenti come l’invecchiamento attivo e la domotica sul posto di lavoro.
Sono le tre grandi sfide del Quadro strategico per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro che definisce gli obiettivi europei per il periodo 2014 – 2020: un piano che, in linea con la Strategia europea per il 2020, si pone come traguardo quello di migliorare le condizioni di vita di oltre 217 milioni di lavoratori europei attraverso misure in grado di limitare gli incidenti e le malattie professionali.
Il piano, presentato dalla Commissione Europea lo scorso 6 giugno, si struttura in 7 grandi obiettivi strategici.
- consolidamento delle politiche nazionali su salute e sicurezza nazionale attraverso strumenti come il coordinamento delle azioni e l’apprendimento reciproco
- sostegno alle piccole e micro imprese per aiutarli a rispettare gli standard di salute e sicurezza. Tra gli strumenti di assistenza un esempio è la linea Interactive Risk Assessment (OiRA), una piattaforma web che fornisce strumenti di valutazione del rischio settoriale
- miglioramento dell’attuazione delle norme da parte degli Stati, valorizzando l’attività di enti come gli ispettorati del lavoro nazionali
- semplificazione della legislazione esistente, con l’eliminazione degli oneri amministrativi superflui, e mantenendo comunque un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza sul lavoro
- promozione dell’invecchiamento come valore e non peso nel mondo del lavoro e maggiore prevenzione delle malattie correlate al lavoro per affrontare i rischi vecchi ed mergenti come quelli legati a nanomateriali, tecnologia verde e biotecnologie
- miglioramento dell’attività di raccolta dei dati statistici e degli strumenti di monitoraggio
- rafforzamento del coordinamento con organizzazioni internazionali quali l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) con l’obiettivo di ridurre gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
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