Per garantire la sicurezza e la salute sul posto di lavoro, le aziende devono adottare procedure specifiche in grado di individuare i pericoli, valutare i rischi, pianificare e documentare le giuste contromisure.
Il decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008, noto anche come il Testo Unico sulla sicurezza, descrive in maniera precisa gli obblighi del datore di lavoro per la valutazione del rischio in azienda, un’attività che comprende in primo luogo l’individuazione di tutte le possibili forme di pericolo per il lavoratore: da quelle derivate dall’uso di specifiche attrezzature o sostanze impiegate a quelle legate alla sistemazione logistica degli ambienti di lavoro o all’esposizione ripetuta a rischi particolari, tra cui lo stress da lavoro correlato.
All’individuazione del pericolo deve seguire una valutazione del rischio, cioè l’identificazione della probabilità e della tipologia di danno arrecato al lavoratore, soggetto che viene classificato anche in base alle differenze di genere, età e provenienza da altri Paesi.
Nell’attività di valutazione del rischio il datore di lavoro deve coinvolgere anche altre figure aziendali: il Responsabile del servizio di protezione e prevenzione, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il medico competente.
Insieme a queste figure, egli elabora e sottoscrive il Documento di valutazione dei rischi, cioè una relazione dettagliata che elenca i rischi, gli strumenti, le strategie di prevenzione e informazione di tutto il personale e la pianificazione di specifiche misure di tutela dei lavoratori.
Ricordiamo che dal 1° giugno 2013 l’elaborazione e stesura di questo documento è obbligatorio anche per le aziende fino a 10 dipendenti e dunque non è più sufficiente la semplice autocertificazione da parte del datore di lavoro che attesta la salute e la sicurezza in azienda.